The team

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Come è stato per l’estate, anche l’autunno sta volando via veloce. Come ogni anno, siamo tornati sugli sci: dopo il raduno in ghiacciaio, quello nel tunnel di Oberhof. E tra quattro settimane esatte saremo nuovamente al cancelletto di partenza. Nonostante la routine si ripeta, ogni stagione di preparazione ha le sue particolarità per cui essere ricordata.
La novità di quest’anno sta facendo una grossa differenza: è il team

Il team è stato un po’ il filo rosso della mia preparazione: fin dai primi raduni si era capito che la chimica quest’anno era diversa. Puntualizzo che durante le scorse stagioni sono stata sempre bene con la squadra…ma quest’anno c’è qualcosa in più. Poi è stata la volta del camp in Alaska con la nazionale americana, la quale è l’emblema dello spirito di squadra, anche per una questione culturale…e da quelle ragazze ho imparato molto su cosa significhi essere un team. Sono rientrata in Italia, ho ripreso gli allenamenti con la nazionale: da agosto il rapporto è diventato ancora più stretto e ha colorato il mio tempo in raduno.

 

Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo. Henry Ford

Sono sempre stata una sostenitrice del team, prima di tutto perché penso che ciò che facciamo sia esperienza di vita, non mera professione. Perciò se, oltre alle ore di allenamento, è possibile condividere qualcosa di bello a livello personale, questa avventura sugli sci diviene più arricchente. In secondo luogo, perché nel corso degli anni ho notato come la performance sia migliore quando sussiste un bel clima all’interno del team.

Ciò che non ho ancora capito, però, è se il team lo si crea…o ci si ritrova dentro.
Perché, a meno che tu non sia nato negli States, in cui è un fatto culturale, lo spirito di squadra non è affatto scontato. In Italia certo non lo è.
Perciò mi ritengo fortunata: probabilmente il clima che stiamo vivendo è frutto della congiuntura (casuale) di differenti situazioni e personalità…e della volontà (creativa) di costruire e perseguire un obiettivo comune.

Fatto sta che da maggio ad ora ne abbiamo vissute parecchie: lunghe settimane in caserma da ricordare, fatiche condivise per rafforzarci, vette conquistate di cui gioire, feste ignoranti su cui ridere, record distrutti per cui galvanizzarci…e anche dolori da lenire con un abbraccio.
Un’altra cosa che ho imparato dalle ragazze americane è: details matter. E in ognuna delle mie compagne di squadra c’è almeno un dettaglio che ammiro. E che tento di imparare. Ognuna di loro ha un talento in qualcosa. Ed io mi sento fortunata per avere degli esempi da cui trarre ispirazione così vicini a me.

La stagione invernale è alle porte. E, anche se agli occhi dei più il nostro è soltanto uno sport individuale, io mi sentirò parte di qualcosa di più grande. Il team.

 

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photo credit: Sportful