E Mellow
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Esperienza deteriorante.
IL CANE IN FOTO CERCA FAMIGLIA, DISPOSTA A PERCORSO EDUCATIVO CON LUI.
Adotto Champagne cane sordo di 13 anni, in canile da quando ne aveva 3.
Dopo 7 mesi di educatore, 3 persone morse, impossibilità ad uscire di casa al di fuori dell'orario lavorativo perché il cane non fa che abbaiare e distruggere cose, dopo aver passato tutto il settimo mese a guardarlo in telecamera da lavoro per 8 ore e mezza ad agitarsi, ansimare, abbaiare senza sosta e distruggere la casa ogni singolo giorno, dico in canile che non so più cosa fare e che la situazione è diventata ingestibile, peggiorata nonostante l'educatore.
Emanuele, che mi ha seguita dal primo giorno, mi dice di andare in canile, dove mi presenta un altro educatore (a quanto pare non c'è fiducia nell'educatore consigliatomi con cui ho lavorato, tanto che quest'ultimo si trova altrettando spiazzato dalla scelta del canile di farmi incontrare un altro educatore).
Sia veterinaria che secondo educatore mi dicono che la situazione è estrema e che a volte è meglio non accanirsi su una situazione che non funziona, perché si fa male a se stessi e al cane. Medicine per calmarlo sconsigliate perché cane anziano con precedenti problemi renali. Mi si propone di decidere se continuare con il mio educatore o se iniziare un percorso con il nuovo, decido di rivedere l'educatore che mi ha seguita ma non mi dà altri consigli, se non di sentire una veterinaria comportamentista.
Io avevo ormai superato il limite, anche e soprattutto perché mi trovavo da mesi in un periodo molto buio e con problematiche di salute.
Col cuore spezzato e un dolore immenso accetto di non riuscire più a gestire l'adozione e chiedo di poterlo riportare in canile. Emanuele tenta di propormi di usare il canile come asilo diurno e di lavorare con il nuovo educatore, ma spiego che non riesco più. Mi chiude la telefonata dicendomi "va bene, ora vedo se c'è un box libero in cui buttarlo dentro".
Porto il cane in canile in lacrime, Anna la direttrice neanche mi guarda in faccia né mi saluta.
Provo a pubblicare su FB annunci per cercare di trovare una famiglia a Champagne, mi viene detto da Emanuele che la mia descrizione del cane nei post è inadeguata, di eliminarli e che entro 2-3 giorni mi avrebbero dato un testo adeguato da usare per i post. Passa un mese, gli scrivo e non risponde, gli riscrivo e mi blocca il numero di telefono. Riferisco ad Anna, non commenta e dice di avvisarli se trovo qualcuno interessato.
Io sono allibita da tutto, a partire dall'adozione che, col senno del poi, è palesemente sbagliata, in quanto Champagne ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino, è un cane traumatizzato, con sordità che lo limita, diffidente, che si attacca all'estremo alla persona che si prende cura di lui (non ringhiava/mordeva perché aggressivo, ma perché aveva assunto ol ruolo di mio protettore - dalle foto è chiaro che sia un cane dolcissimo, docile e socievole con quasi tutti i cani, abbiamo fatto tanti passi avanti su altri fronti), ma soprattutto un'adozione che avrebbe da subito dovuto iniziare con un percorso educativo, e con un sopralluogo in casa per capire se lo spazio era adeguato al cane.
Emanuele è incommentabile, e sconsiglio a tutti di farsi seguire da lui. Esco da questa esperienza a dir poco devastata, con i problemi di salute peggiorati dai mesi di vita in casa in isolamento e dalle conseguenze della preoccupazione per il benessere del cane.
L'amore per gli animali non può essere accompagnato dall'odio per le persone, né da estremismi quali "l'importante è che i cani abbiano una casa a tutti i costi".
Dovreste ascoltare la veterinaria e gli educatori che collaborano con voi, invece di fare i martiri estremisti e trattar male la gente, e di conseguenza i cani.